I mestieri di scrivere #6Tempo di lettura: 4 minuti

Microcopy e scrittura UX, con Valentina Di Michele

Ciao Valentina, benvenuta su Anticurriculum. Puoi raccontarci un po’ del tuo lavoro? Cosa significano le espressioni “UX writing” e “microcopy” e qual è lo scopo di questo tipo particolare di scrittura per il web?

Faccio un lavoro “particolare”: ho una società chiamata Officina Microtesti che ha come scopo principale trasformare la tecnologia, e in particolare i testi che troviamo sui siti web e le app per esempio, in un luogo migliore: più facile da usare e aperto a tutte le persone.

Tutti i giorni usiamo siti web e app: prenotiamo visite mediche, acquistiamo abiti o biglietti di treni, scarichiamo documenti fiscali e molto altro. Se le parole di questi siti e app sono progettate bene, sono chiare e comprensibili.
Sono “oneste”: non mi fanno cadere in trabocchetti e mi fanno trovare subito quello che cerco. Se invece su ogni pagine sto lì a pensare: “cosa vorrà dire questo?”, “cosa devo fare adesso?”, avrò molta ansia e la tecnologia mi sembrerà un mondo ostile.

Per creare queste “parole oneste” uso una metodologia che ha un nome tecnico (UX Writing) ma che parte proprio dal progettare i contenuto tenendo in considerazione i pensieri, le emozioni e i bisogni delle persone. Il risultato saranno “microcopy”, o microtesti, testi brevi che, come segnali stradali, ci fanno cliccare, acquistare, scaricare un documento e ci aiutano a fare le azioni che vogliamo senza ansia o stress.

Tu sei stata la fondatrice della community “Microcopy & UX Writing Italia”: come e quando è nata la community e quali sono le sue attività principali?

Un giorno, mentre lavoravo all’Area Riservata di un’app per allenarsi a casa, mi sono trovata davanti a un grosso problema linguistico che non riuscivo a risolvere. Esisteva una community internazionale di UX Writing, ma in inglese. E allora ho pensato: anche noi abbiamo bisogno di un luogo dove condividere i nostri dubbi e chiedere aiuto.

Era il 2018: da allora la community è cresciuta (siamo quasi 5.000!), è molto attiva, gentile e rispettosa. Facciamo tante attività gratuite per aiutare chi inizia in questo campo: webinar con esperti (gli UX Writing Talks), formazione, meetup.
È un luogo dove si cresce insieme, e chi inizia è sempre benvenuto. Le aziende ormai la conoscono e ci chiedono di pubblicare offerte di lavoro di settore: questa disciplina cresce ed è sempre più richiesta. 

Da ottobre inizieremo con nuove attività, sempre con lo spirito democratico e un po’ punk che abbiamo avuto sin dall’inizio. Faremo pratica sul portfolio, che è fondamentale per lavorare nello UX Writing, e avremo nuovi eventi di formazione. 

Oltre a finalità di marketing, il microcopy ha anche un’importanza “sociale”. Puoi parlarci del tuo impegno e del tuo interesse verso l’accessibilità delle tecnologie web? Sul tuo sito e nei tuoi talk parli di temi legati al neurodesign, all’inclusività dell’esperienza sul web, all’importanza delle emozioni: che legame hanno tutti questi concetti con il microcopy?

I microcopy dello UX Writing hanno tante finalità: ovviamente se hai un e-commerce o un sito che vende dei servizi, aiutano a migliorare le vendite perché semplificano il processo di acquisto e di scelta.

Il tema che però mi sta più a cuore è quello democratico e inclusivo. I microcopy dello UX Writing sono progettati per essere usati da tutte le persone, indipendentemente dall’età, dalla scolarizzazione e dai tanti fattori di esclusione. Sul web passiamo molto tempo e la nostra società è digitale, e per questo il digitale non può essere una fonte di frustrazione. Recuperare lo SPID o una password non può essere un’attività per poche persone: deve essere un diritto. Le parole digitali devono rispettare i nostri processi cognitivi, la memoria per esempio, e le nostre emozioni più intime. 

Nel 2020 ho scritto un libro, Emotion Driven Design (Apogeo), che parlava proprio di come progettare contenuti che rispettano le persone. Pensavo fosse un tema di nicchia: poi ho visto recensioni entusiastiche da parte di tante persone e ho capito che questo tema stava a cuore a copywriter, designer e a tutto il mondo digitale. 

Da qualche mese, poi, la mia società è membro di Digital Skills Europe, un programma della Commissione Europea che ha lo scopo etico di migliorare le competenze digitali nella popolazione europea. È stato una selezione lunga a complessa ma mi rende davvero orgogliosa.

Una domanda che spesso ci viene fatta da chi ci segue (soprattutto dai più giovani) è come avvicinarsi a una certa carriera: qual è stato il tuo percorso di formazione e come ti sei avvicinata al mondo UX writing? 

Dopo la laurea in filosofia, vent’anni fa, ho iniziato a occuparmi di scrittura per il web. Avevo paura di non trovare lavoro e avevo seguito un Master in grafica pubblicitaria.

All’inizio scrivevo articoli per i portali di informazione e con Photoshop ritagliavo le immagini. Poi ho iniziato a progettare i contenuti dei primi siti web e a lavorare sull’html, e negli anni mi sono occupata di tutti gli aspetti della scrittura.
Ho lavorato come giornalista di mercato cinematografico, ho scritto testi per il marketing e manuali tecnici di piattaforme IT. 
Questa pratica mi ha permesso di avere una visione ampia di come le persone navigano, cosa cercano, come pensano.   

Qualche anno fa nel mondo anglosassone si è iniziato a parlare di UX Writing: finalmente quello che facevo aveva un nome.

Negli ultimi anni sono usciti libri e ci sono corsi su questo tema, ma credo che all’inizio sia importante capire cos’è e come si può fare da zero: la community è un posto perfetto in cui farlo perché ci sono risorse gratuite e persone molto belle e pronte a dare una mano. 

La cosa più importante è capire che la scrittura è design, e senza scrittura il design è vuoto. Quando scriviamo, siamo designer di contenuti perché visual e parole determinano insieme la nostra esperienza online.

È una piccola battaglia che porto avanti in un mondo tech dove spesso conta solo chi sviluppa. Ma sono ottimista: siamo sempre di più a pensarla così.   

Valentina Di Michele

Laureata in filosofia nel 1999 e in Scienze delle Amministrazioni nel 2015, si occupa di contenuti dai tempi della lira.
Dal 2018 guida Officina Microtesti, unico studio italiano di UX content e neurodesign, con clienti come Save The Children, Sky Italia, RCS Corriere della Sera, Aruba, MailUp Group, Sisal Group, Technogym e molti altri.
È docente per LUISS Guido Carli, NABA, Talent Garden, Copy42, Digital Update.
Speaker a eventi nazionali e internazionali, ha fondato e amministra la community ufficiale italiana di Microcopy & UX Writing. Insieme ad Andrea Fiacchi è autrice di Emotion Driven Design (Apogeo, 2020).

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